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domenica

Non ci sono solo le arance, romanzo di Jeannette Winterson






Il romanzo è la sorprendente presa diretta di un’educazione in un contesto religioso protestante, tra gli appartenenti a una non meglio specificata Associazione per le Anime Perdute, una sorta di setta per la quale si cercano nuovi adepti, dalla quale si guardano con disistima i fedeli delle altre fedi cristiane maggioritarie in Inghilterra, dove è ambientato. Un contesto in cui le fedeli preparano le scorte per tempi di conflitti o anche per le missioni, per cambiare le convinzioni di altri altrove, considerati paradossalmente non solo meno consapevoli sul piano spirituale ma anche nel rapporto con la realtà.
La protagonista è anche la voce narrante del romanzo, che si descrive bambina e poi adulta, intercalando il racconto di stampo autobiografico alla narrazione di miti e fiabe adattate per fare da contraltare alla sua storia.
Si tratta di una bambina che fa tante cose simili a quelle delle bambine vissute nei primi anni ’60, con in più il fatto di non avere per molto tempo amicizie con persone della sua età. Quando inizia una tiepida amicizia con un ragazzo della sua congregazione religiosa la madre ha da ridire, pur essendo la donna una persona che aveva sperimentato la vita al di fuori del contesto in cui era cresciuta, quindi la protagonista scopre per caso una ragazza, che è l’inizio della rivelazione a se stessa delle sue preferenze esclusive, ma è anche il momento in cui altri personaggi femminili del romanzo si possono mettere a fuoco più chiaramente: sia quelli che vivono insieme che qualche personaggio solitario.
Ma questa scoperta non è una bandiera da portare alta di fronte agli altri, anzi è l’inizio di reazioni assurde, se non si pensasse al clima comunitario in cui vive la protagonista: un clima solidaristico come quello di altri contesti comunitari tradizionali, ma con un pastore d’anime che prescrive la reclusione di una ragazza per alcuni giorni a casa, senz’acqua né cibo, per “trattare”, per ritrattare la scelta di seguire i suoi impulsi che l’hanno portata a vivere una storia d’amore con un’altra ragazza senza sentirsi a disagio fino a quel momento né con se stessa né con gli altri.