martedì

Impiego femminile al sud Italia .Un campione.

http://www.vogue.it/en/magazine/editor-s-blog/2012/10/october-9th?utm_source=twitter&utm_medium=marketing&utm_content=blog "Al sud Italia l'occupazione non è femminile" .Articolo dello scorso settembre al quale rispondo con qualche osservazione :1-Dipende da che impiego si cerca o si cerca di avviare ;2-Dipende dagli studi e dal contesto sociale della giovane donna se nella fascia d'età presa in esame ,18-29 anni ,la donna lavora oppure no,e se si tratta di occupazioni definitive o no ,se si tratta di occupazioni con contratti vari ,di prestazione d'opera occasionale ,cioè pagato in ritenuta d'acconto,a progetto ,a tempo determinato, indeterminato ,con partita iva e in quale settore merceologico o professionale;3-Dipende dal come e dal perché cercare un lavoro :un esempio :al nord Italia non è considerato disdicevole che figlie e figli di professionisti e docenti universitari lavorino mentre sono studenti,e con lavori contrattualizzati anche se spesso non a tempo indeterminato perché spesso non sono i lavori che faranno tutta la vita o semplicemente perché svolgeranno gli stessi lavori in differenti contesti lavorativi .Al sud e in parte a centro,non si lavora finché non si ha la laurea ,sia perché si potrebbe trattare di lavori connessi con altri ambienti socali ,ad esempio una persona che studia per diventare professionista non accetterebbe né si aspetterebbe che le sua amiche accettino lavori mentre studiano ,o le classificano come persone o di altri ambienti sociali o con problemi socio economici ,e per essere classificate come tali basta che i genitori non siano due ,a causa di morte di uno o di divorzio o di coppia non convivente ,anche se socio-economicamente l'ambiente di provenienza della giovane donna è nella media o più elevato della media di un dato contesto sociale e geografico.4-Per accettare un lavoro non qualificato spesso viene inteso che il padre della giovane o non è in grado di mantenerla e di mantenere quelli che le ruotano attorno ,perché si deve costantemente dimostrare la capacità di potere "mantenere" anche altri ,oppure non c'è ,cosa socialmente disdicevole ;il ruolo anche di mantenimento della madre è considerato pari allo zero ,e quando c'è un ruolo lavorativo della madre c'è il rischio che i genitori dei ragazzi pensino che debba mantenere il ragazzo della figlia perché la accettano come pari livello di una ragazza con entrambi i genitori ma non ha la verve di un uomo ,di un padre ,e l'autorevolezza sociale per decidere come disporre di ciò che produce e possiede e di come gestire ciò in favore di una figlia quando ancora non lavora o anche quando lavorando c'è una relazione stretta ,ad esempio un matrimonio ,e i giovani uomini ,e le loro famiglie ,può capitare che pensino di potere disporre di ciò che produce e possiede la famiglia della ragazza per i motivi succitati.5-Per i motivi precedenti ,anche quando una donna di età superiore alla fascia di età presa in considerazione dalla ricerca pubblicata dal quotidiano alla quale fa riferimento il periodico Vogue ,la donna sarà sempre considerata come produttrice di reddito inferiore ,con poche capacità di mantenimento e libertà di decisione ,decisione connessa con il reddito e il produrre redditto o il gestire reddito ,caratteristiche ancora connesse e tramandate agli uomini.6-Da una zona all'altra del Paese ,per quanto esposto ,cambiano quindi anche le modalità di ricerca del lavoro ,quindi una giovane donna trasferita al nord dal su ,come soluzione o come trasloco dovuto ad altre circostanze ,ci sono ottime probabilità che resti disoccupata per anni prima di trovare un lavoro ,possibilmente quello ricercato.7-Il trasferimento altrove può implicare in positivo o in negativo la perdita di quelle condizioni in cui alcune qualità erano represse o ,al contrario,si erano sviluppate .C'è da valutare pro e contro situazione per situazione. Marianna Bonina

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