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sabato

Interessarsi.

Esplorare il settore dei servizi privati per le esigenze educative di bambini che manifestano particolari comportamenti o atteggiamenti o difficoltà è uno shock quanto constatare l'esistenza dei disturbi stessi nei bambini.
Un'istituzione privata collocata in un quartiere storico ma decentrato di una grande città occupa un isolato,e nel sito sul web che illustrava le sue strutture ,pare che avesse una biblioteca dedicata alla consultazione da parte di bambini e adolescenti con disturbi dello spettro autistico.
In pratica la biblioteca è una stanza ,neanche con un percorso evidenziato ,di non più di venti metri quadri ,con delle costose scaffalature da progetto e realizzate appositamente da qualche falegnameria.Scaffalature che in versione semplificata ,metallo e staccate dai muri ,essenziali,erano già presenti in biblioteche pubbliche e private di altre città,semplicemente per esporre le copertine dei volumi o delle riviste ,piuttosto che i dorsi.
Pare che nello specifico ciò sia di ausilio a bambini che faticano a riconoscere il libro che stanno cercando.
In realtà la biblioteca non è "dedicata":è una biblioteca per l'infanzia ,con un sistema di classificazione basato su simboli e disegni ,oltre per per grandi lettere e numeri apposti sugli scaffali,delle scrivanie per bambini con difficoltà deambulatorie ,tavoli colorati con delle estremità allungate sui lati lunghi.
Non è dedicata all'autismo.
Pare che vi sia un progetto più ampio di educazione fondata sui principi della "Comunicazione Aumentativa Alternativa" che è rivolta a tutti coloro che nell'infanzia hanno difficoltà a comunicare con il linguaggio verbale e un piano della struttura dedicato a coloro che vanno a svolgere attività non specificate dedicate all'autismo.
Le spiegazioni che mi sono state fornite volevano sapere specificamente il perché le richiedessi,nonostante nel prendere l'appuntamento era stata accettata sia la richiesta di informazioni per propormi per attività di volontariato sia per eventuali futuri interessi di studio.
Invece in pratica l'obiettività nel fornire spiegazioni sullo specifico settore delle strutture per l'autismo infantile ,ad esempio la biblioteca stessa, si è trasformata in curiosità,in indagine,in spiegazioni del tipo "Non provano emozioni" e non "Hanno difficoltà a comunicare".
Dovrebbero potervi accedere bambini (ovviamente comprese bambine) che hanno difficoltà correlate allo sviluppo di abilità ,ma senza necessità di diagnosi,di etichette ,semplicemente per superare quelle difficoltà.
Invece poi la base è la "diagnosi" ,ciò che "dicono i dottori": inconfutabile.E obbligatorio .
Forse converrebbe a molti genitori non fare diagnosticare alcun che ,ma cercare persone competenti e discrete che senza ausili di neuropsichiatri,né psicologi,svolgano attività per superare specifiche difficoltà,dato che il conoscere ,o l'etichettare l'origine di queste difficoltà in settori di patologie ,non ne spiega del tutto né il (l'in)sorgere né come superarle.