Donna Carusa
29 dicembre 2012 ·
Rimango dell'idea ,che nonostante lo schiaffo la ragazzina si possa ribellare anche fisicamente.E se io mi trovassi con un partner che ,per qualsiasi motivo, compreso potere accedere a una struttura per il parto,mi costringesse a farmi visitare reagirei in proporzione all'imposizione (o alle blandizie,che comunque contrasterei). I certificati li devono emettere sulla parola.
Fotografie originali e testi originali di ECCETTO DOVE INDICATO ALTRIMENTI= Donna Carusa.Copyright(diritto d'autrice,con echi vetero femministi :e va' bè) di Eccettodoveindicatoaltrimenti.Copyright di Eccettodoveindicatoaltrimenti anche del titolo. ;)
venerdì
Il certificato medico in caso di violenza sulle donne e l'obbligo o meno che la donna si faccia visitare
Donna Carusa
28 dicembre 2012 ·
Ho riflettuto nella notte alla risposta da dare a proposito del colpo d'occhio:e se la ragazzina portata dal medico si rifiutasse sia verbalmente che fisicamente di farsi visitare per ottenere il certificato per fare incarcerare il tipo? Però per altri tipi accusa lo rilasciano sulla parola ,non guardano proprio niente.
28 dicembre 2012 ·
Ho riflettuto nella notte alla risposta da dare a proposito del colpo d'occhio:e se la ragazzina portata dal medico si rifiutasse sia verbalmente che fisicamente di farsi visitare per ottenere il certificato per fare incarcerare il tipo? Però per altri tipi accusa lo rilasciano sulla parola ,non guardano proprio niente.
Il permessino
Donna Carusa
27 dicembre 2011 ·
Ecco! Perché se si viene a sapere ....O qualcuno fa la spia per invidia ...O qualcuno lo fa sapere perché deve ancora chiedere il permessino a mammina e pappino per potere avvicinare quei ragazzi o quelle ragazze che fissa con aperta insistenza e quindi nenache le amiche o gli amici possono avvicinare persone di sesso opposto,fino a quando lei o lui non ha il permessino ....E poi lui o lei la/lo vede di nascosto perché se no le amiche(o gli amici) a cui a impedito di avere relazioni le (o gli) rovineranno la sua importante (ovviamente più di quelle delle altre persone) storia ....
27 dicembre 2011 ·
Ecco! Perché se si viene a sapere ....O qualcuno fa la spia per invidia ...O qualcuno lo fa sapere perché deve ancora chiedere il permessino a mammina e pappino per potere avvicinare quei ragazzi o quelle ragazze che fissa con aperta insistenza e quindi nenache le amiche o gli amici possono avvicinare persone di sesso opposto,fino a quando lei o lui non ha il permessino ....E poi lui o lei la/lo vede di nascosto perché se no le amiche(o gli amici) a cui a impedito di avere relazioni le (o gli) rovineranno la sua importante (ovviamente più di quelle delle altre persone) storia ....
sabato
giovedì
Cosa chiedere al Ministero della Salute sul parto e la contraccezione
Il
Ministero della Salute deve indagare come vengono trattate le donne che
vanno a partorire negli ospedali: se possono rifiutare le visite
ostetriche e ginecologiche, se riescono ad ottenere farmaci per lenire
il dolore e l'epidurale senza visita ginecologica ma con solo la visita
dell'anestesista, se vengono costrette a partorire sdraiate, se
costrette a subire l'episiotomia, se costrette al monitoraggio fisso
mentre sono preda delle doglie, se possono avere testimoni per tutta la
durata del parto e durante le eventuali visite mediche e cure post
parto. Inoltre, come per tutto il Paese, dovrebbe essere
offertal'assistenza gratuita ventiquattrore su ventiquattro per il parto
a domicilio. Nessun obbligo per le donne di accettare esami e visite
durante la gravidanza, e come già scritto, il parto. Camere per il parto
e la degenza singole, in cui le donne sono libere di rifiutare ciò che
propongono i medici senza che le altre abbiano niente da ridire.
Inoltre, il Ministero deve autorizzare l'immissione in commercio delle
pillole contraccettive senza ricetta, la pillola abortiva possibilmente
senza ricetta e in vendita nelle farmacie a costi contenuti o ,almeno,
l'aborto farmacologico senz'obbligo di ricovero (e, ufficialmente, nè di
visite ginecologiche nè di ecografie transvaginali). La libertà per le
donne di lasciare gli ospedali prima del secondamento, portandosi dietro
e dentro placenta e neonato, se desiderano. Abolire le quattro ore di
osservazione dopo il parto e l'obbligo di autorizzazione delle
dimissioni da parte del ginecologo/ginecologa che dirige il reparto.
Libertà di rifiutare visite mediche come si possono rifiutare medicine o
esami. No alle flebo inserite al ricovero per il parto, no all'obbligo
di permanenza nel letto, no al parto in sala parto ma nella stessa
stanza del travaglio. No alla presenza di personale se la partoriente
non vuole. Sì al rilascio del certificato di assistenza al parto senza
nessuna visita medica per la donna se non vuole. Sì alla possibilità
ufficiale di registrare i neonati all'anagrafe senza certificato di
assistenza al parto.
venerdì
I tamponi o le coppette mestruali al di là dell'imene
Questa è una pagina di un sito di una ditta che commercializza un
prodotto diverso dai tamponi ma che si inserisce nella vagina per
raccogliere le mestruazioni: da notare 1) che consigliano di usare un
sistema interno anche alle bambine con le mestruazioni all'inizio,2) che
consigliano alle ragazzine stesse di informarsi e di conoscere il loro
apparato sessuale tramite l'infermiera della scuola (presente anche nei
college dove le ragazze o i ragazzi vanno ad imparare l'inglese
d'estate e che anche a persone dall'estero può somministrare la pillola
del giorno dopo o anche altri anticoncezionali, su richiesta),oppure di
pensare alle lezioni di biologia (anche qua le ragazze e i ragazzi
prendono i libri di biologia per avere qualche nozione di educazione
sessuale), oppure di andare in biblioteca (per non pubblicizzare
l'acquisto di libri, oltre che del "tampone" che è un bicchierino, ma in
questo caso non è il punto). Ci sarebbe anche il bookcrossing
sull'argomento ,ma non è elencato. E' interessante una nota
antropologica: "se avete forti convinzioni sull'integrità dell'imene,
non dovreste usare dispositivi interni perché potrebbe comunque
modificarsi ,ma vedete la sezione dedicata". Nella sezione dedicata
dicono che comunque nella vita si modifica facendo sport o altre
attività ma sconsigliano l'uso di tamponi e dispositivi interni
ribadendo che è se l'imene deve rimanere intero. Ma è interessante che
fanno notare che si tratta di convinzioni delle persone e/o culturali:
non è questione di quanto siano giovani le ragazzine per usare i tamponi
o altro di interno,né di altri motivi. In qualsiasi parte del nostro
Paese, si possono trovare a spot ("a macchia" per essere in tema) medici
anche di base che dicono che non c'è motivo per non toccare l'imene,
anche nelle ragazzine e da parte di loro stesse o nell'ambito di
rapporti con coetanei presumibilmente se sono molto giovani, che quindi
si possono usare tamponi da subito. E 'difficile però distinguere per le
ragazzine o le ragazze quanto viene detto, o vietato implicitamente o
esplicitamente, dal loro ambiente, dalle persone , per motivi culturali o
per motivi scientifici. E quindi fanno quello che viene detto loro,
sopratutto in questioni che da subito in vari ambienti, non vengono
gestite da loro, pur essendo gestibili da loro stesse come il sesso (il
loro sesso) e tutto ciò che vi ruota attorno, e si privano di tante
possibilità. Un'occasione per l'autoeducazione sessuale: http://www.mooncup.co.uk/…/a…/just-started-menstruating.html
giovedì
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Oggi è questione di genere. Di Eccettodoveindicatoaltrimenti
“Alfonsina e la bici” è una canzone dei Têtes de bois nel cui video compare anche una Margherita Hack, l’astronoma,in versione inedita: in salopette, che suona la tromab in una sequenza e in altre mentre ripara una bicicletta in un ambiente che probabilmente da stalla era stato riconvertito in ciclofficina, in un modo che lasciava le tracce del contesto rurale in cui la vicenda dalla canzone e dal video era ambientata.
Ora è uscito un libro per ragazzi sulla storia di Alfonsa Rosa Maria Morini, nota da sposata, giacchè anche le donne anticonformiste non sfuggivano a questo destino, come Alfonsina Strada. Il libro di Tommaso Percivale è molto dettagliato, narra quasi dal concepimento di Alfonsina, con una scena di tricostruire il modo in cui i bambini nascevano prima dell’obbligo sociale del parto in ospedale. Dubito, e qualsiasi ostetrica potrebbe testimoniarlo, che la madre stesse sdraiata durante il parto, soprattutto in campagna dove le donne avevano maggiore libertà di gestire il proprio corpo e quindi di partorire nella posizione che preferivano. E’ però probabile che la madre , come narra Percivale, stesse “sulla paglia” e “nell’angolo più caldo della casa” che sono dettagli d’ambiente un po’ più realistici del parto in posizione litotomica e dell’attesa della placenta sdraiata “a gambe aperte” come la vede il marito in attesa del prezioso maschietto, chiamato dalla levatrice in compagnia dell’improbabile figura del medico in un parto in un ambiente rurale dei primi del Novecento. Quella che sarebbe cresciuta era la futura ciclista che avrebbe corso il Giro d’Italia del 1924.
Nel romanzo di Percivale viene descritta minutamente, quasi come se la stessa Alfonsina mandasse degli “stati” su un social network, la preparazione quotidiana per gli allenamenti: la sveglia presto, l’acqua fredda per lavarsi, la maglietta lavata a mano e ancora umida la mattina dopo, il maglione da mettere sopra prima di riscaldarsi.
Alfonsina Strada gareggiava contro gli uomini, nelle stesse gare. Negli anni ‘10 e ‘20 del secolo scorso era possibile, oggi, a parte alcune competizioni internazionali, è quasi impossibile. Tutt’ora, e non solo negli sport, in qualsiasi attività ci sia da utilizzare la forza fisica è stereotipo comune che le donne non possano non solo sfidare, ma neanche svolgere un’attività in parallelo con gli uomini : non sono solo molti uomini ad ostentare superiorità. Molte donne, per non essere costrette a fare le stesse attività degli uomini, e non per senso di inferiorità, impediscono anche alle altre di svolgere attività e lavori retribuiti.
Nel Salone del Libro di Torino 2016, il libro, fresco di stampa, era esposto per discutere della questione dell’identità di genere:ma potrebbe non essere una questione di identità, che una donna o un uomo vogliano svolgere le stesse attività dove prevale l’altro sesso. Non aggiungiamo etichette alla realizzazione di sé.
Eccettodoveindicatoaltrimenti
“Più veloce del vento”, Tommaso Percivale, Einaudi ragazzi. Maggio2016
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