domenica

Dunque,Zichichi e la fede ,e la Turchia e i programmi europei

Zichichi probabilmente si è impressionato che una persona ,Margherita Hack,affermasse di essere atea. Non si può dire con un'espressione più complessa,anche perché se qualcuna afferma qualcosa da una regione di una certa zona del nostro Paese dev'essere per forza naïf.
Tra l'altro l'espressione che pare abbia usato la Hack,anche in varie interviste ,è "Non credo in nulla".
Nell'articolo di oggi di Zichichi l'espressione è diventata "Credo nel Nulla".Peggio che a un processo.
Qualcuno che dice che non crede in nulla è impressionante perché sembra che parli delle persone ,di quello che vogliono fare,di ciò in cui credono ,ma non in senso religioso,le loro tradizioni,i loro "valori" o valori.
Sono stata in uno stato  in cui non so se si possono fare gesti di culto di religioni diverse da quella ufficiale in pubblico.
L'associazione che ha partecipato al programma europeo è composta di persone che non vogliono coinvolgere la gente che appare più tradizionale ,è sulla linea di un partito di destra,che si descrive islamico moderato,mentre quello di sinistra si descrive laico ,ma quello che i loro amici in qualche amministrazione comunale definiscono più tradizionalista,che non vuole entrare nell'Unione Europea,quindi in automatico quelli che sembrano elettori di quel partito per l'aspetto,o di quell'altro partito che tende ancora di più a chiudere il Paese, non sono da coinvolgere .
Però c'era da fare le interviste per strada per chiedere alla gente cosa ne pensasse,cosa ne sapesse, della possibilità di essere coinvolti nei programmi per la gioventù dell'EU.
In contemporanea delle atlete e degli atleti partecipavano a dei giochi internazionali in una località scomoda ,al confine con la Siria.

giovedì

La visita propaganda esplicita

La visita a Bursa ,Turchia,è stata un viaggio di un paio d'ore dal lago salato di antica formazione geologica,tanto per andare al ristorante acquisito ,nella struttura e nella gestione,dal comune .
Un tragitto tra una delle porte della città,un giardino e poi una lunga strada con un sacco di gente, in parte in abiti desueti,quasi ottocenteschi ma con un gusto e uno stile che è contemporaneo nonostante la differenza in quanto coesistente con il presente ,in parte con abiti più simili a quelli che si utilizzano in altre zone del mondo.
L'attraversamento di una piazza con Atatürk  a cavallo e strada e un piccolo bagno turco e il ristorante  ,probabilmente una struttura pubblica nel passato,con pianta centrale e una serie di ambienti su una pianta rettangolare che si dipartono da un braccio su un lato del poligono della pianta principale.
Alla fine del pranzo si presenta un aiutante del comune,forse un aiutante consigliere o un giovane consigliere,con un uomo col viso butterato a fianco che gli faceva a guardia del corpo non in divisa,e varie giovani donne senza velo,truccate e in camicia e jeans ,nonostante i circa trentatré gradi di temperatura ,che probabilmente erano l'ufficio stampa e che però si vedeva che valevano quanto il cosiddetto due a bastoni nel gioco delle carte.
Fa un discorso in nome del comune e dice chiaramente che il comune ha un sindaco che fa parte del partito di Erdogan e che un socio dell'associazione che ha avuto l'approvazione del ridicolo progetto europeo che ha coinvolto vari giovani da vari paesi ha come amico di famiglia il primo ministro turco.
A quel punto cade il velo di Maia che ostruisce la verità secondo Nietzsche .

mercoledì

Progetti europei e "permessi" dalla politica

Attività da svolgere durante un progetto europeo per la gioventù praticamente da gita scolastica piuttosto che da complicati programmi.
In "gita" a Bursa ,nel nord della Turchia,arriviamo e dobbiamo andare in un giardino,non ci spiegano niente gli associati turchi.Non dobbiamo perdere tempo all'interno della fortificazione del XVII secolo dove arriviamo con un pullman per circa trenta persone,dall'esterno e l'interno abbastanza simile a quello degli automezzi che arredano i paesaggi che conosco.
Nel pomeriggio ,dopo essere passati davanti ad un museo in una piazza con la statua di Kemal Atatürk a cavallo ,ritorniamo verso una porta della fortificazione e ci dicono che ci lasciano liberi per tre ore ,ovviamente domandandosi se non siano troppe ,loro e il loro amico ,tipo un cane da guardia in più.
Le persone cominciano il loro atteggiamento pseudo ribelle ,pseudo con impegni loro da svolgere ,e  però anche qualche ragazza a lamentarsi che non hanno una cartina ,altri non si muovono né parlano.
Alla fine gli associati (comprese le associate) turchi ci dicono che "Non volevate andare al bazar?" Allora andiamo al bazar. Un gruppo di persone scende di nuovo in parallelo per le mura della città e le persone dell'associazione che ci ospita (e non ci fa uscire dal centro comunale dove alloggiamo) controllano che tutte e tutti andiamo al bazar.
Quando ci incontriamo di nuovo una ragazza e un ragazzo dell'associazione ospitante si sorprendono che arrivo da un altro lato da quello del bazar all'appuntamento. Quindi non era permesso girare fuori da quell'area.
Quando la sera i "capigruppo" si riuniscono ,me compresa,nonostante per me questa cosa dell'"essere capo" non significhi niente ,il "responsabile" dell'associazione ospitante,un ventenne,dice in inglese ,la lingua "franca" che utilizziamo,con aria tra il paternalista e il boss della situazione (o del suo contesto) ,"Mi hanno detto che alcuni di voi volevano andare al bazar e ci sono andati,alcuni di noi li hanno "guidati" fino a là". Io ,cercando di parlare ,dato che la discussione se la volevano fare tra maschi,compreso uno del mio gruppo che all'improvviso si è fatto venire l'idea di proporre un "workshop" dopo che altri ,una ragazza e un ragazzo ,avevano spiegato delle cose che sapevano agli altri ,che ascoltavano interessati ,incredibilmente,ma muti,per non fare durare troppo la spiegazione,ho cercato di dire in modo che cambiasse quello che aveva affermato,che in realtà ,avevamo avuto un attimo per essere "liberi"per qualche ora,ma avevamo perso tempo e ci avevano fatti andare tutti al bazar.E il "responsabile" ha riaffermato che invece erano alcuni che volevano andarci e ci sono andati.E quelli che non volevano andarci? Ho cercato di chiedere."C'erano alcuni che volevano andarci e alcuni di noi li hanno accompagnati". 

domenica

Piazza Taksim dalla prospettiva del lago

Mentre aspettavo un caffé cremoso perché non filtrato sulle rive di un lago salato vicino al Mar di Marmara ,mi arriva la comunicazione che le manifestazioni sono ricominciate ,tra piazza Taksim e via Istiklal a Istanbul.
Se la città è molto viva di attività ,i paesi lo sono di meno ,ma si vede più presente la tradizione nei modi in cui le persone si vestono ,soprattutto le donne,che vanno fuori spesso con i familiari,a volte con altre donne.
Vicino al lago dove mi trovavo,durante la giornata c'erano picnic e una striscia del parco sul lungo lago è utilizzato spesso per picnic durante la giornata,soprattutto nei giorni festivi e nei periodi il cui il clima è migliore.
L'atmosfera è tranquilla ,quella di una giornata estiva e del passeggio estivo di dovunque.

venerdì

Istanbul ,di passaggio a piedi

Data l'inflessibilità sia del numero di persone richiesto per partecipare ad un progetto europeo sia della compagnia di bandiera turca,ho cominciato il viaggio con il "sonno" in aereoporto,cioè con circa mille pensieri di cose da fare invece di partecipare a questo progetto,grazie a quelli che sistematicamente mi hanno esclusa dagli scavi archeologici nel "vicino oriente".